L’arte di Paola Marinelli è il luogo del paradosso, dove gli opposti si incontrano e creano nuove ed impreviste sinergie. Questa la ricerca che muove l’artista: una tensione continua verso la trasformazione e l’elevazione del quotidiano finalizzata alla scoperta di dimensioni non codificabili attraverso i paradigmi usuali della mente concreta.
Oltre le strutture delle influenze artistiche, oltre le definizioni e le categorie, la ricerca di Paola Marinelli si muove sull’incerto sentiero dell’indefinibile, un non-luogo fuori dal tempo e lontano dai modelli concettuali. Qui gli elementi materici della quotidianità perdono la loro identità per trasformarsi in altro e trovare nuova vita. Accostando ciò che è diverso e logicamente incongruente nasce il sistemico, l’arthmos, il nuovo legame dove dalla differenza scaturisce il valore.
La creazione di queste composizioni è una forma di ascolto profondo: le mani, con la loro sapienza, dettano e l’artista segue il loro movimento. Solo così, nell’ascolto di ciò che accade tra percezione individuale e materia esterna, può stabilirsi un nuovo e intimo rapporto tra opposti. In seguito entrano in gioco lo sguardo e il giudizio che scelgono secondo il senso della composizione. Alla fine, ad opera finita, arriva la mente. La forma generata genera il pensiero: il concetto nasce dall’ascolto della forma che a sua volta è nata dall’ascolto dell’istinto delle mani in relazione con la materia.
Nascendo dall’ascolto di diversi livelli dell’esistenza, ogni opera diviene una sintesi parziale di gestualità, materie in sè estranee, presenza.
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