Una cascata di scritte in persiano riprodotte artisticamente accoglierà chi verrà a visitare la mostra Donna Vita Libertà. Si tratta di tre parole Jin Jiyan Azadi che dalla fine del XX secolo segnano le lotte per l’indipendenza del popolo curdo e rivendicano pari diritti per donne e uomini in Iran, Iraq, Turchia e Siria.

Tre parole che oggi tornano a risuonare anche in Europa sostenendo il movimento del popolo iraniano che in seguito all’uccisione di Masha Amini non si è più fermato. Un’unica voce che rivendica una vita libera per donne e uomini, il diritto a scegliere come vestirsi, cosa mangiare o bere e l’abolizione del regime islamico.

Oltre 30 anni fa il leader curdo Abdullah Öcalan aveva ribadito più volte questo slogan sottolineando la radice comune dei termini Donna (Jin) e Vita (Jiyan) e dichiarando nella sua opera “Liberare la Vita: La Rivoluzione delle Donne”, come senza la libertà delle donne nessuna società potesse definirsi libera. Uno dei pilastri dello stato curdo sarebbe quindi stato la Ginealogia, un’ideologia di liberazione femminile nata nei movimenti indipendentisti.

Nella mostra Donna Vita Libertà le artiste hanno voluto creare un’eco di risonanza intorno a queste tre parole trascrivendole ognuna secondo la propria tecnica. Il risultato è un insieme creato da voci diverse, ognuna con il proprio timbro, con il proprio colore, con la propria abilità. Un unico coro che rivendica gli stessi diritti e lo fa nel rispetto delle differenze.

ARTISTE IN MOSTRA

Angelica Balducci
Antonella Fiorillo
Daniela Di Mase
Daniela Bellofiore
Giulia Cudemo
Mirella Rossomando
Nina Razzaboni
Triana Ariè