Strato su strato, esperienza su esperienza, la vita ci forgia formando la nostra immagine. Sotto la prima superficie, con cui ci presentiamo, si nascondono stratificazioni di memoria, invisibili agli altri e spesso anche a noi… Un viso, un’espressione, sguardi e sorrisi, movenze e atteggiamenti sono il nostro consueto interfaccia con il mondo, tratti di noi che presentiamo agli altri.

Così è in Elephant, recente lavoro di Giampaolo Cataudella esposto nella personale. Qui ci appare il caotico intreccio di vite, di segni, di immagini più o meno chiare del nostro vivere quotidiano: questo lo strato superficiale del lavoro. Al di sotto di tutto questo ricco movimento giace l’elefante. Nascosto da molteplici strati polimaterici, l’antico simbolo della memoria, scompare ai nostri occhi lasciandoci convinti che l’essenza veritiera sia nella sola superficie.

Cataudella ci parla dell’essere umano, del suo rapporto con gli altri, della sua apparenza, più o meno falsa, ma indispensabile per sopravvivere. Sotto questa, ci ricorda l’essenza individuale, l’unicità di ogni vita fatta di storie, pensieri, emozioni, memorie…

In viaggio tra mostre ed eventi nella Capitale, l’opera di Cataudella approderà presso Al Centro in via F. Delpino 134 il 15 Aprile.

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