Francesca Cantiani presenta un trittico alla Rome Art Week 2020. Un lavoro in tre momenti appesi ai fili del Giardino di Nina in questa edizione dedicata allo scorrere del tempo.

Sono dunque tre lavori che al tempo fanno riferimento sia dal punto di vista narrativo che da quello della tecnica. Tre lavori eseguiti di getto, in uno slancio creativo che è fatto di silenzi preparatori e attimi di creazione.

Così la storia si va srotolando in questo tempo che sa essere medicina. Dal primo lavoro creato sul finire dell’estate “Il Rigetto del Mondo” e già esposto al PressPlay in cui ritroviamo un riflesso dell’artista nella sua sofferenza, passiamo al più figurativo “In me sempre salvezza”, opera in cui l’artista si racconta nel suo rapporto con il lato animale, per finire nel  surrealista “Il tempo può scorrere”, opera dal chiaro richiamo a Dalì.

Le opere sono una sorta di pagine di diario i cui il passare del tempo e le riflessioni sono affidate a sperimentazioni cromatiche e formali. L’artista ripercorre, intrecciando tra loro, tappe della ricerca artistica dell’essere umano. Astratto, figurativo, surrealista diventano espressioni narrative e manifestazioni dello scorrere del tempo.


Ogni opera è accompagnata da un testo poetico che partendo dal titolo prosegue straboccando oltre la cornice per portare il racconto nel Giardino.

In me sempre salvezza
una salvezza impedita
che ritrovo nell’immagine 
di ciò che l’altro può
vedere riflesso.
Intimamente io

Il tempo può scorrere
ma mai fermare ciò che abbiamo dentro
nemmeno se viene distrutto
da una forza fuori dal nostro controllo