Abbiamo pensato che… anche basta con questa narrazione di un femminile in sofferenza, da difendere, da salvare! Ci siamo guardate alle spalle e poi ci siamo guardate intorno rendendoci conto che ci siamo prese il pane e anche le rose.

E su queste rose vogliamo mettere l’accento in una mostra che effettivamente è Rose. Le rose sono tutti quegli angoli di quotidiano in cui riusciamo a dedicarci a qualcosa che non sia la mera sopravvivenza, qualcosa che possa evadere dalla logica del profitto e che sia, per questo, ontologicamente rivoluzionaria. Qualcosa che ci dia piacere proprio come un fiore su una tavola apparecchiata: niente di commestibile, assolutamente inutile ai fini materiali.

U zuppino da magari – Antonella Fiorillo

Le rose sono una chiacchiera con le amiche, così come una buona lettura, sono un pomeriggio a dipingere, o un attimo di vuoto in ascolto del cuore. Sono un corso di canto, una passeggiata vestita come mi pare, sono la convenzione e la rottura della convenzione, sono nella festa e nel quotidiano. Le rose sono quel superfluo che è essenziale e che le donne hanno imparato a prendersi, con spontaneità e sorriso.

Raffaella Legge, Nina Razzaboni

E se dalle statistiche è evidente che siano proprio le donne quelle che sanno maggiormente prendersi, ma anche coltivare, queste rose, oggi auspichiamo che l’essenzialità del superfluo possa essere un diritto che prescinda dai binarismi di genere, dalla classe, dalla provenienza geografica o culturale, dal credo politico o religioso…

Vogliamo che le rose siano per tuttə!

ARTISTI IN MOSTRA
Antoanetta Marinov e Marco Tanfi
Daniela Di Mase
Giulia Cudemo
Ilaria Sartini
Mela Wayfinder
Mirella Rossomando
Nina Razzaboni
Paola Marinelli
Triana Ariè

a cura di
Dafne Crocella