Vincitore della II Edizione del Premio Comel Vanna Migliorin per l’Arte Contemporanea Tony Charles è invitato in Italia per una personale presso la Galleria Spazio Comel di Latina nell’autunno 2013.
La logistica della mostra non sarà semplice, ma la ferma tenacia dell’artista riesce a trasformare le difficoltà in trionfi e a creare una collaborazione tra lo Spazio Comel, curato e gestito dall’omonima azienda familiare e 

all’Arts Council of England dal quale l’artista ottiene un finanziamento per il trasporto delle opere.
La mostra presentata in Italia sarà formata da 5 opere di grande formato su alluminio e una serie di lavori più piccoli. Il fuoco della personale è sottolineato dal termine dressed nel titolo che in italiano traduce due verbi: vestire e smerigliare. Così l’artista porta l’attenzione sul rapporto tra superficie esteriore, abito, apparenza e il processo graffiante del mettere a nudo.
Sono tre le opere dedicate al binomio vestirsi/smerigliare: Dressed Formally, Dressed Unformally e Dressed to Kill che dà il titolo alla mostra. Omaggio all’Italia e alla moda italiana Drssed to Kill (Elegantissima) esprime il massimo dell’apprezzamento davanti al look esterno, alla forma, ma al tempo stesso nell’espressione inglese la parola kill ci porta verso una negazione, una distruzione di quanto appena celebrato.
Nella mostra sarà presente anche l’opera vincitrice del Premiuo Comel: Fletted Sign accompagnata da Fletted Form.


Nella totalità delle opere presentate ritorna il potere della superficie riflettente. L’effetto a specchio crea un richiamo per l’osservatore che spingendosi vicino all’opera può ritrovare la propria immagine tra graffi e colori, spostandosi leggermente l’immagine cambia ancora e porta l’osservatore a contatto con l’ambiente della galleria e il suo pubblico risucchiati all’interno dell’opera. Il richiamo è forte: il mondo industriale assorbe le gallerie d’arte, il giudizio estetico è graffiato dalla mano operaia e il tutto si lascia trasformare dallo sguardo dell’osservatore, trasportandolo nell’opera.