Grafica, nata in Polonia, Monika Kosior si è formata all’Accademia di Danzica, dove ha approfondito gli studi sulle trame e il lavoro di tessitura e sulla manualità dell’incisione.

Oggi il suo percorso di ricerca creativa mostra l’intrecciarsi continuo di diversi ingredienti: la passione per il disegno e la fotografia, l’amore per la fiber art e la tessitura, il piacere per la morbidezza della natura e la lucentezza dei metalli, l’alternarsi del bianco e del nero, la ricerca continua di armonia e semplicità.
Emblematici di questa ricerca sono i suoi Haiku, piccole opere create con elementi naturali, stoffe, fili e metalli. Ricercate nella lavorazione e pulite nella forma, portatrici di un raffinato gusto per l’essenza.

Installazione di Monika Kosior con sfondo di Breezy g.

Monika Kosior è ospitata dagli artisti dell’atelier condiviso con i suoi lavori in fiber art. Due organi umani fatti con la raffinata tecnica utilizzata per i suoi haiku. Organi che assumono il valore di preziosi gioielli da indossare inevitabilmente giorno e notte, ma che, come tutti gli effetti personali, in manicomio vanno lasciati all’entrata.

Esposti svincolati dal corpo sono messi a nudo e raccontano il delicato equilibrio che li compone, fatto di materia, ma anche di poesia.

My Open Heart

My Open Heart mostra a grandezza naturale un cuore umano e ne racconta la trama. All’alluminio è affidata la precisione delle leggi che lo animano, il ritmo del battito e la sua chirurgica anatomia. Alla seta rossa è consegnato l’anelito del sogno, il sentimento il desiderio. Alluminio e seta dialogano e formano un tutt’uno perfetto, una forma fragile e delicata, ma al tempo stesso sostenitrice del mondo e della vita.

Lamente

Lamente è un cervello aggrovigliato sull’esperienza personale della sofferenza. Ci appare come un intricato labirinto dal quale sembra impossibile uscire. Questa è la nostra mente quando si ripiega su se stessa e si chiude nell’autocommiserazione. Il dolore è un’esperienza del tutto personale e la sofferenza mentale si vive in solitudine. Sembra che non possano esserci vie di uscita. Ma ecco che appare un’alternativa inattesa, un pensiero leggero, come un respiro, una farfalla colorata, una nuova prospettiva che improvvisamente arriva portando speranza.

Questi organi sono esposti su un carrello da ospedale a ricordare l’intimità negata, la privacy violata e la freddezza del bisturi indagatore.