Dopo anni di lavoro con artisti internazionali la ARTROM Home Gallery, Artist Presentation Space si apre per la prima volta esclusivamente agli artisti romani.
Alla mostra saranno presenti 6 artisti provenienti da percorsi creativi diversi ma con in comune il territorio geografico romano in cui si esprimono.
Roma non vuole essere il tema dell’evento, bensì quel filo conduttore che unisce gli artisti in uno scenario aperto e vario. La romanità delle opere in mostra è la voce di una creatività contemporanea nella Città Eterna.
Contemporaneo è anche lo spirito di ricerca degli artisti pronti ad esplorare nuove prospettive visive, a mettere in discussione i parametri cognitivi classici, a relativizzare i punti di vista.
Chiave di lettura dell’intera esposizione è la relatività dello sguardo umano presente nel percorso di tutti e sei gli artisti. Dalle opere di Luca Giannini, in cui emerge con forza l’interrogativo su cosa sia la materia e sull’imperfezione dello sguardo umano, passiamo ai lavori di Zefram dove il reale diventa trampolino verso orizzonti impossibili e dove l’onirico si materializza in fotografie surrealistiche.

Zefram

Nella stessa stanza sono presentati i lavori di Mariagrazia Dardanelli in cui ancora una volta ci è permesso di vedere, attraverso fotografie scattate con tempi lunghi, giochi di luci altrimenti invisibili.

Mariagrazia Dardanelli, trittico rosso

Seguono poi i lavori fotografici di Paola Marinelli, artista ancora emergente e dedita anch’essa alla trasfigurazione dei dettagli della natura che quotidianamente sfuggono allo sguardo umano.
Nella stanza interna sono presentati i lavori di screen printing di Viviana Mauriello. Qui all’osservatore è offerta la possibilità di giocare col proprio punto di vista scegliendo di cogliere i paesaggi naturali in uno sguardo d’insieme o di perdersi nell’abbondanza dei dettagli scoprendoli formati interamente da mani umane.

Viviana Mauriello, piante succulente

Lo spazio per le installazioni è dedicato al progetto di Living in a Box di Marco Tullio Dentale. Anche qui il punto di partenza è l’occhio umano sicuro di vedere, attraverso il video, sequenze di eventi e subito stupito nel realizzare che tali eventi mai si sono verificati, ma appartengono ad immagini statiche.