Giampaolo Cataudella, Metropolis

Le nostre città, gli agglomerati urbani così caratteristici del nostro tempo, raccontano quest’epoca, il nostro vivere e il nostro rapporto con il territorio. Lo sguardo contemporaneo di Cataudella si sofferma sulle metropoli osservandole dall’alto, in una sorta di volo notturno. Ci appare così una natura antropomorfizzata che cambia aspetto per soddisfare le necessità dell’uomo e, di notte, si caratterizza con un’alternanza di bagliori e macchie scure, quasi a permetterci di riconoscere le strade principali, gli isolati, i viali illuminati. Sono arterie che s’incrociano e racchiudono case e palazzi, contenitori di vita.
Vista dall’alto la città ci appare aliena, distante, silenziosamente anonima. Allora lo sguardo dell’artista si sofferma davanti al mistero dell’alterità e sceglie di non svelarlo, di lasciare fascino a ciò che è celato, fantasia e anelito verso l’intimità altrui. La solitudine diventa chiave per avvicinarsi all’universo di un’umanità estranea, senza contaminarlo, guadandolo fluire, lasciandosene magicamente affascinare, in un silenzioso e intrigato rispetto.

Questa è Metropolis 16, opera che dà il titolo a tutta la Serie delle città raccontate dall’alto dall’astrattismo di Cataudella. Un universo di luci indistinte, trafitto da una ferita centrale, una netta frattura che si contrappone con volontà geometrica all’informalità caotica del metallo, come le arterie principali dei nostri agglomerati urbani. Questa è l’opera con la quale dopo anni di silenzio Cataudella torna sulla scena internazionale. E torna con un trionfo, riconosciuto e scelto tra oltre 500 artisti provenienti da tutta Europa. E’ il Premio Comel a celebrare e riconoscere l’inequivocabile spessore della sua ricerca stilistica e della sua poetica espressiva. E tra i 13 finalisti saranno i professori Giorgio Agnisola, e Fabio Barisani, a riconoscergli una Menzione Speciale da parte della Giuria.