Riparte l’anno con una mostra speciale che ha nella sua storia radici e fiori, sguardo verso il passato e slancio verso il nuovo.

E’ una bipersonale di cui parliamo da circa un decennio. Perché quando ho conosciuto Paola Marinelli alle prese con le sue prime creazioni fotografiche, uno degli argomenti delle nostre conversazioni era proprio questo: una bipersonale tra lei e suo padre, il noto artista veronese Renzo Marinelli.

Il 2020 si apre quindi con questa mostra che è un dialogo tra padre e figlia attraverso l’arte, un dialogo rivolto principalmente a chi dei due Marinelli ha conosciuto Renzo. La mostra infatti si terrà presso la Galleria Spazio 6 di Verona dal 11 al 31 gennaio in una città dove chi ama l’arte contemporanea non può non conoscere il nome del padre di Paola.

Paola Marinelli, dove sei – dettaglio

Lasciamo quindi Roma e lo studio dell’Alberone di Paola Marinelli, un luogo frequentato e conosciuto da molti. Lo lasciamo raccontando che andiamo a Verona per questa mostra così speciale, intima e epifanica al tempo stesso. E mentre ne parliamo ci accorgiamo che in molti qui, dei due Marinelli conoscono solo Paola.

Nello specchio dell’alterità custodito nello sguardo degli altri cerchiamo quindi la manifestazione  del filo che collega i due percorsi. Perché il legame che esiste, quello innegabile formato dalle spirali del DNA, forse emerge anche oltre il colore degli occhi o le espressioni del viso.

Renzo Marinelli, senza titolo

Sarà uno svelarsi, un mettere in mostra l’intimità segreta di un rapporto fatto di silenzi verbali, di gesti, colori e odori rubati con i sensi e liberati quindi dalla gabbia dell’intelletto razionale. Perché se Renzo Marinelli a Verona è stato per diversi anni docente di figura presso il liceo artistico, alla figlia non ha insegnato nulla in modo diretto, ha lasciato che la sua arte fluisse senza parole accademiche, seguendo la scia di quell’odore di colore che permea la vita di ogni artista.

Una trasferta importante che i romani che seguono da anni il lavoro di Paola meriterebbero di vedere, dopotutto sono solo tre ore di treno… o a Verona ci andate solo per sbaciucchiarvi sotto il balcone di Giulietta?!

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