Alessia Pagnotti ci porta in un silenzioso viaggio che mescola i sogni al tempo perduto. Una sorta di Isola-che-non-c’è dove lo spazio del futuro si trasforma in sogno. Sono due opere appese tra i rami del limone: una descrittiva, l’altra astratta. Tra le due opere un filo tra i tanti che legano e collegano il Giardino di Nina in questa edizione della RAW2020.


Nell’opera di carattere surrealista troviamo una fata seduta su una clessidra rotta. La bacchetta magica è ancora in mano, ma le gambe incrociate e lo sguardo perso verso la luna, fermano l’azione. A una prima impressione l’opera ci porta verso una piacevole dimensione sognante, ma a meglio guardare la clessidra rotta allaga la terra in un’onda tsunami dove i marosi prendono forma di cuori tra vetri. L’opera prende quindi una valenza angosciante, di tempo perso e bacchetta magica riposta. La fata sembra non voler usare più il suo potere e lascia che la strada di casa venga sommersa d’acqua.


Forse possiamo trovar pace  leggendo la seconda opera, quella astratta, in relazione a questa. Qui là dove stava l’indifferente Luna ora troviamo un acchiappa sogni. Una grande piuma pronta ad attirare le energie positive mentre una fitta rete a mandala protegge. Là dove si perdeva lo sguardo disilluso della fata, ora si apre una possibilità di sogno, un futuro ancora da definire, ma a cui si arriva solo ripercorrendo le tappe di un passato e un presente mai da negare. La progressione temporale qui è espressa nella sequenza di tre elementi: due quadrati già definiti, conclusi, con linee imperfette, ma chiuse e un terzo elemento, il piccolo acchiappa sogni che attira e collega, come un cuore pulsante, o una Luna Piena. A collegare il tutto ritroviamo il movimento ad onde dello scorrere del tempo che questa volta non è distruttivo ma salvifico.


Due opere dense e potenti sopratutto se lette insieme come due facce della stessa medaglia: una affidata a una narrativa nota, più razionale e analitica, l’altra che porta la voce del sogno, la parte creativa e intuitiva che non smette di tessere e creare e che proprio per questo potrà salvarci.