Contemplazione e azione si compenetrano nella vita di Paola Marinelli, che come artista ha scelto di muoversi con la stessa etica tra i colori nel suo studio e i rapporti umani al di fuori. Essere artista diventa quindi una responsabilità sociale espressa metaforicamente attraverso la scelta dei materiali e la scommessa su convivenze armoniose e illogiche.

Paola Marinelli, nostalgia

Per Paola Marinelli l’arte non ha significato se non incide, nei suoi propri modi, nella realtà della vita quotidiana: dalla tensione verso un’arte compartecipata, come esigenza di una società elevata, nasce l’ideazione degli story telling, racconti a braccio ispirati dalle opere d’arte visiva. L’oralità, sentita come immediatezza e condivisione, genera spazi, fisici e temporali, dove sia possibile incontrarsi, nel senso proprio di incontrare se stessi e gli altri. L’incontro con l’Altro di fronte all’opera d’arte rispecchia ed è favorito dalla convivenza inconsueta di materiali ritenuti comunemente incongrui. E’ un proseguire l’opera d’arte da parte di coloro che sono visti e si vivono normalmente come utenti passivi della creazione artistica.

Nella medesima logica, e come completamento di un processo artistico aperto, rientra la realizzazione di Arte In Cortile: giornate di mostra condivise con artisti e non nel cortile dove si trova il suo studio, all’ Appio Latino di Roma. Qui si va nella direzione dell’arte come evento e di evento come arte, in cui l’occasione conviviale è di qualità, stimola incontro, dialogo e confronto, compone intrecci inediti di elementi umani, spazi cittadini, natura e creazioni artistiche.