L’Eremita è il vecchio saggio che procede lentamente verso il futuro tenendo a mente le conoscenze del passato. E’ una sorta di ponte temprale, e così Gianluca Emanuele Varano sceglie di mettergli in mano una clessidra. L’immagine dello scorrere del tempo è consegnata a un vecchio solo, del quale vediamo solo il polso scarno e la mano. Eppure in quel gesto e in quella presa non si può non riconoscere l’Arcano Maggiore dei Tarocchi.

I tarocchi con il loro simbolismo ricorrono nell’opera di Gianluca Emanuele Varano. Sono immagini che si inseriscono nel nostro contemporaneo e ce lo raccontano alla luce di un passato archetipico. Ciò che è stato letto nel passato continua a portare significato oggi.

Così lo scorrere del tempo non spaventa e nella parte inferiore della clessidra troviamo una donna nuda che balla. I capelli sciolti si mescolano ai granelli di sabbia del tempo. Lei non sembra curarsi della possibilità di invecchiare, ma vive il suo eterno presente.

l’opera nell’allestimento della mostra

Il titolo dell’opera si offre a varie letture, proprio come le carte dei Tarocchi. SPQR-T  SanDra in Temple. In una sorta di rebus scopriamo che Sandra, probabilmente la donna che danza nel tempio del suo presente, è anche “Sand Rain Temple”  ossia il tempio della pioggia di sabbia, la clessidra. Così il tempo esterno portato dall’Eremita e il tempo interno di Sandra entrano in relazione. La dimensione temporale è sottolineata dall’aggiunta della lettera T all’acronimo romano SPQR. Questo a dare un senso di progressione temporale aggiungendo una quinta lettera al gruppo delle quattro che effettivamente sono vicine anche nell’alfabeto. Eppure nell’alfabeto la S scivola ultima e non prima. Prendendo spunto da questo slittamento della S l’artista in questo titolo si rifà all’immagine dei quattro guardiani della clessidra a cui puoi girare intorno ma loro restano sempre gli stessi quattro da qualunque faccia li si guardi.