Spirito e materia, maschile e femminile, matematica e ricerca filosofica… Gianluca Emanuele Varano è un ricercatore che si muove in equilibrio tra gli opposti.

Appassionato di tarocchi tiene corsi collegando le immagini archetipiche degli arcani alla libera espressività del corpo umano, rifacendosi agli studi sulle costellazioni familiari.  Muovendosi sul terreno di ricerca tra mondo empirico e simbolismo ha approfondito parallelamente ai suoi studi matematici quelli legati alle filosofie orientali e alle arti del tai chi e del chi kung. Nella sua ricerca artistica pittorica le immagini legate al mondo orientale s’incontrano con i miti mediterranei e il corpo umano diventa portatore di antiche conoscenze, scrigno di misteriosi equilibri alchemici.

L’energia è espressa dal colore e pervade tutta la ricerca artistica di Gianluca Emanuele Varano. Nei suoi lavori ritroviamo l’iconografia dei tarocchi, dove il simbolismo porta a una duplice lettura dell’immagine. Se da un lato il lavoro è ricco di rimandi archetipici e riferimenti mistici, dall’altro inevitabilmente porta l’osservatore a spingersi verso una lettura personale dell’opera.

 

Nell’umido fondo del bosco femminile c’è un tempio di Eros

 dove contano altri valori

Italo Calvino – Il Castello dei Destini Incrociati

 

Come Fiori in Città è l’opera che Gianluca Emanuela Varano ha creato per l’omonima mostra. Qui la città in notturna, con i suoi palazzi contenitori di vite, fa da sfondo alla notte in ufficio di un anziano probabile direttore e della sua giovane segretaria.

L’attrazione erotica diventa valvola di sfogo di giornate lavorative incasellate nel sistema. E’ una storia nota, raccontata generalmente con biasimo. Qui l’artista sceglie di salvare il vecchio capoufficio sottolineando il suo lato umano e più poetico, quello che, nonostante lo squallore continua ad anelare a una via d’uscita.

L’uomo ha in bocca un pennello, lo stesso che troviamo nell’opera SpietatamenteAmore, con cui dipinge la sua opera: il copro femminile si trasforma in bosco e il pennello dell’artista porta tra il verde della vegetazione il rosso del fuoco della passione.
Anche in Spiettamente Amore troviamo il richiamo al ruolo dell’artista che con il suo pennello uccide il Cristo. Qui l’arte ancora una volta assume su sé il valore della condanna e l’artista è l’oggetto del biasimo. L’arte non si riscatta se non in sé stessa.

> Gianluca Emanuele Varano nella mostra I Panni Sporchi
> Gianluca Emanuele Varano nella mostra Etichette DOC