Al di là delle diverse supposizioni riguardo al Covid, alle credenze più o meno fondate, ai dati e ai numeri che mai come ora si sono dimostrati ballerini; indiscutibilmente l’Arte ha mostrato il suo potere terapeutico nel sostenerci in questo momento di difficoltà, paure e incertezze. Non possiamo quindi immaginare una ripresa senza spazi, materiali e immateriali, dedicati a un approfondimento creativo, artistico e culturale di quanto stiamo vivendo.

Siamo pertanto fermamente convinti (io Dafne Crocella che scrivo, e con me una valanga di artisti, curatori, galleristi e amanti dell’arte) che la creatività sia ora lo strumento principe per superare la crisi che ci si para davanti e che chi lavora in questo settore abbia una importante responsabilità verso l’intera società. L’arte e la cultura non devono fermarsi.

ABBIAMO DAVVERO BISOGNO DEL BAGNO DI FOLLA?

Franz Borghese, la folla

Fin dai primi giorni dopo la riapertura abbiamo ripreso ad allestire nuove mostre e ad esporre studiando nel dettaglio modalità che potessero accogliere gli ospiti delle gallerie in modo originale. Siamo convinti che il distanziamento possa essere presentato come valore aggiunto per quanto riguarda il rapporto con le opere in mostra. Non è tanto nel bagno di folla delle inaugurazioni che si approfondisce la conoscenza di un artista, ma grazie al tempo, all’osservazione e all’ascolto della sua opera e di quanto questa risuoni in noi.  Questo periodo si offre quindi come occasione per sperimentare nuove modalità inaugurative, alcune delle quali già utilizzate in passato con piccole nicchie di raffinati amanti dell’arte, quali gli eventi di Slow Art o quelli di carattere narrativo.

Trovare delle modalità alternative alla classica inaugurazione con “bagno di folla”, significa strutturare nuove forme di vernissage che non solo rispettino le normative riguardo al distanziamento, ma che dimostrino che siamo capaci di reinventarci migliorando.

 

EVENTO INAUGURATIVO CON SLOW ART EXPERINCE

Elena Diaco Mayer, Forme e Vuoto

Con gli eventi inaugurativi di Slow Art ci rifacciamo all’esperienza del Movimento Internazionale di Slow Art. L’esperienza si svolge all’interno dello spazio espositivo permettendo agli ospiti di approfondire la conoscenza del lavoro dell’artista attraverso le tecniche consolidate del Movimento Internazionale di Slow Art. Al momento dell’ingresso a ogni ospite viene affidata una postazione di fronte a un’opera. Questo garantisce di mantenere le distanze di sicurezza e al tempo stesso di stabilire un rapporto di intimità con l’opera che il caso avrà “affidato” ad ognuno. Dopo una breve introduzione sulle tecniche di Slow Art e la sua storia iniziano dieci minuti di osservazione consapevole dell’opera.  Il tempo diventa garante di un rapporto intimo tra osservatore ed opera in mostra. Il vissuto personale di ogni osservatore può emerge lasciando spazio a ricordi, desideri, suggestioni che diventeranno chiavi per una lettura delle opere. Al termine dei dieci minuti chi vuole può raccontare brevemente l’esperienza avuta, condividendo con gli altri punti di vista e riflessioni e permettendo a tutti di osservare un’altra opera pur mantenendo le giuste distanze. Solo al termine del momento di condivisione viene presentato il lavoro dell’artista in modo che questo non influenzi le letture personali. Poi, dopo un breve giro, si lascia la galleria per dare spazio al gruppo successivo.

EVENTO INAUGURATIVO CON RACCONTI A BRACCIO

Maria Lai, libri

Per i creativi più audaci l’inaugurazione contingentata con narrazione creativa prevede il salto nella creatività orale. Seguendo le indicazioni per accedere in sicurezza allo spazio espositivo utilizzate nell’Evento Inaugurativo con Slow Art, anche in questo caso a ogni ospite è “affidata” un’opera. Dopo una breve spiegazione si dà inizio al tempo di osservazione consapevole dove ognuno potrà cercare la propria storia tra le linee dell’opera. La creatività visiva diventa così motore per una creatività orale che sarà a sua volta condivisa con gli ospiti della mostra in brevi racconti a braccio. Abbiamo avuto modo di sperimentare in più occasioni come con gruppi inferiori alle 10 persone sia possibile realizzare esperienze di creatività orale interessanti e divertenti. Al termine dell’esperienza verrà presentato il lavoro dell’artista e dopo un breve giro si lascerà lo spazio al gruppo successivo.

EVENTO INAUGURATIVO CON INSTALLAZIONE SITE SPECIFIC

Un momento della mostra Etichette DOC

La prima inaugurazione che abbiamo curato dopo la quarantena è stata il 23 maggio, per la mostra Etichette Doc del Collettivo degli Artisti di Montemario. In questo caso abbiamo scelto di trasformare la mostra in un set per un evento di arte partecipativa. Per mantenere il distanziamento agli ospiti è stato richiesto di assumere adeguati comportamenti che si sarebbero inseriti nel percorso espositivo rendendo la mostra nel suo insieme una istallazione site specific all’interno degli spazi dell’ex Manicomio di Roma.
Per poter strutturare una inaugurazione con installazione site specific è indispensabile che le opere in mostra, sia per tema che per allestimento, si offrano a diventare parte di un’opera unica all’interno della quale si muovano gli ospiti. La mostra in questo modo diventa narrazione del momento presente. Gli ospiti possono osservarsi nel ripercorrere le tappe di un periodo che mai come ora nella storia ci ha potuto mostrare come siamo tutti effettivamente sulla stessa barca. Il sociale e il personale si relazionano in un rapporto che rispecchia quello tra mostra collettiva e sguardo individuale, il tutto a creare un’unica opera, formata contemporaneamente da artisti e fruitori.