Il pensiero di Franco Basaglia nelle opere degli Artisti di Montemario arriva anche alla Biennale d’Arte Tessile di Valtopina.
Qui la Piazza del Teatrino ospiterà i 14 lenzuoli che riportano frasi e pensieri dello psichiatra veneto e che in questo anno del centenario della sua nascita stanno girando per l’Italia tra festival, rassegne e mostre.

Una piazza completamente pedonale che sarà abbracciata da quest’opera collettiva, tanto che, ponendosi nel centro, l’osservatore ruotando su se stesso potrà leggere tutti i testi sui lenzuoli. Si avrà così la sensazione di trovarsi nel mezzo di un processo mentale che negli anni ha portato a ridiscutere l’idea del manicomio e il concetto di istituzione ad esso legato. Un percorso che è tutt’ora in divenire e che ci porta ad interrogarci sul piano filosofico come su quello pratico amministrativo.

Durante la Biennale, nella piazza del Teatrino, tra l’installazione del Collettivo degli Artisti di MonteMario è stato ospitato l’evento  “Mode e Mondi – un viaggio nella storia – défilé di abiti e intimo d’epoca” presentato da Ambra Cenci.

Ricchi abiti d’epoca sono sfilati circondati dai testi basagliani creando un assordante contrasto tra immagine da passerella e soliloquio delirante. Un’affascinante dichiarazione di incongruente compatibilità tra il caos che si muove dentro ognuno di noi e l’immagine confezionata con la quale ci presentiamo alla società.
La moda, con la sua storia, si è mostra sempre fedele interprete del momento storico in cui si andava manifestando. Una sorta di abito da scena in grado di interpretare il tempo. E così mentre dal macro contesto storico e politico si arriva alla superficie della pelle, a quella zona di autodefinizione che tenta di accordare autenticità e uniformità, da questa si passa verso il pensiero, lo stato d’animo, l’alterazione individuale. E’ qui che interviene Basaglia, nel suo tentativo di riportare fuori ciò che vive dentro di trovare veste all’inesprimibile, di aiutare la nostra società ad accogliere.

 

FRASI SUI LENZUOLI E ARTISTƏ IN MOSTRA
“Da vicino nessuno è normale”
Triana Ariè

“E tu slegalo!”
Fiorella Razzaboni
“Senza accoglienza, ascolto e comprensione non c’è cura, ma controllo. Ed un simbolico odore di merda.”
Daniela Di Mase

“Il malato è l’espressione di una nostra contraddizione. Sia sociale che medica”

“Entrare fuori. Uscire dentro”
“La follia è diversità. Oppure paura della diversità”
Angelica Balducci

“Una società per dirsi civile dovrebbe accettare tanto la ragione quanto la follia”
Francesca Lu

“Corpo, vissuto”
Antonella Fiorillo

“Desideriamo che il nostro corpo sia rispettato, tracciamo dei limiti che corrispondono alle nostre esigenze, costruiamo un’abitazione al nostro corpo”
Silvia Capiluppi

“Riconoscere la follia la’ dove essa ha origine, come dire, nella vita”
Antoanetta Marinov

“La follia non viene mai ascoltata per ciò che dice o che vorrebbe dire”
Chiara K. Amici

“La follia è una condizione umana. Ed è presente in noi come la ragione”
Gabriele Scocco

“In noi la follia esiste ed è presente come la ragione”
Mirella Rossomando
“L’irrecuperabilità del malato è spesso implicita nella natura del luogo che lo ospita”
Claudia Balboni

 

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