Quando ho pensato di chiamare Slow Art la modalità con cui presentavo le opere d’arte nella home gallery di Elizabeth Genovesi era un sabato sera del Maggio 2010, e lavoravo in quella galleria da un anno e mezzo.
Come sempre nel proporre qualcosa ho cercato on line per vedere cosa trovavo con questo nome e se qualcosa già esisteva. Ovviamente sì. Ma navigando ho scoperto che proprio il sabato successibo sarebbe stata la II Giornata Internazionale di Slow Art promossa da New York su idea di Phill Terry.

Il lunedì mattina stavo nella home gallery e con Elizabeth Genovesi abbiamo deciso di aderire e organizzare in 5 giorni una mostra per celebrare la Giornata.
Così con una corsa siamo approdate nel mondo Slow.

Nel pomeriggio del 26 maggio sulle pareti della home gallery c’era i lavori dell’australiana Hilary Pollock, del sardo Gigi Cau, del neozelandese Clay Bodvin, di Emma Biscetti, del fotografo inglese Roberto Grilli e di David Genovesi. Io ed Elizabeth sedevamo sul divano, senza sapere cosa aspettarci. La promozione non era stata molta, visto il poco tempo, ma il tempo stesso era il primo tra i nostri invitati e quindi non avevamo timore di aspettare.


Un po’ per volta sono arrivati ospiti imprevisti e incuriositi dalla novità dell’evento.
Col suono della campana tibetana abbiamo dato il via ai 5 minuti di ossrvazione consapevole di un’opera e poi aperto il dibattito sull’esperienza avuta, mangiando insieme qualcosa intorno al tavolo.


Chiacchiere, bicchieri, arte e tempo: questi gli ingredienti per un pomeriggio ricco e profondo: di scoperta!
Da allora abbiamo celebrato ogni anno la Giornata Internazionale di Slow Art e portato il Movimento in gallerie, musei, scuole, carceri…