Quante voci nelle nostre teste, quanti lupi in agguato pronti a divorare i nostri aspetti più composti, umani, intellettualmente capaci e socialmente abili?

Nina Razzaboni presenta alla mostra Etichette DOC l’essere umano assediato. Mille voci in una. Mille volti in uno. Le etichette che ci vengono imposte dall’esterno si confondono con quelle che ci imponiamo noi. Le une scolorano o accentuano le altre in un rimbalzo di voci che confonde e ci allontana da un’auto percezione autentica.

Come i molti profili social che oggi, con il crescente dilagare di sindromi di Hikikomori più o meno dichiarate, sono diventati più veritieri del nostro profilo in carne ed ossa.

Postiamo in modo compulsivo e lasciamo rimbalzare tra chat e piattaforme di vario genere informazioni e articoli che non leggiamo, attratti da un titolo o da un’immagine. Perdiamo il contatto con il reale e le fonti diventano sempre più indistinte e vaghe.

Così il secondo lavoro di Nina Razzaboni si esprime con chiarezza: un corpo senza testa senza braccia, ma con al collo un cellulare. Indossa una maglietta con l’ironica scritta: bella e psichiatrica. Una dichiarazione, una timorosa previsione per un futuro fatto sempre più di apparenza.

> Nina Razzaboni nella mostra I Panni Sporchi, per le Giornate Basagliene 2019

> Nina Razzaboni nella mostra Come Fiori in Città , per la RAW 2019

> Nina Razzaboni nella mostra La Maschera Dipinta