In un crescendo di consapevolezza passiamo dall’esitazione del dubbio, alla chiarezza dell’esistenza fino all’affermazione del gesto di resistenza. Maurizio Bentivoglio concentra nella sua opera l’incontro di questi tre concetti concatenati. Eppure se il percorso sia verso una consapevolezza crescente o decrescente non è dichiarato e nel guardare l’uomo con le mani sulla bocca non ci resta altro che perderci nel vigile spaesamento del suo sguardo.

Come esprimere l’inesprimibile sovraccarico mentale e emotivo di questo periodo se non con il silenzio? Un silenzio autoimposto. Un gesto di autocensura che pur assumendo la forma di scelta personale,  è effettivamente imposto dall’estero. Le mani dell’uomo vanno a coprire la bocca prendendo la forma di una mascherina. Sono le mani, gli arti umani per eccellenza, intimi strumenti di espressione personale, ricche di storie passate e progetti futuri, a cui viene chiesto di bloccare il loro complice, strumento anch’esso di libera espressione: la bocca e quindi la parola.

Il titolo dell’opera (R)Esi(s)to si offre come interessante chiave di lettura sul processo di autoconoscenza e autoaffermazione. L’esistenza e la resistenza sono intimamente legate e il consapevole riconoscimento della prima alimenta la seconda. Eppure tra questi due momenti si insinua la fragilità umana, l’esitazione.

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